di Roberta Galeotti
ARTICOLO PUBBLICATO SU ILCAPOLUOGO IL 6 NOVEMBRE 2019
Difesa, allarme e intervento. Sono i vertici del triangolo della sicurezza: la risposta ai furti in casa e alle aggressioni.
I recenti casi di cronaca che si sono verificati nell’aquilano – ultima l’aggressione ad Aragno – hanno scosso intere comunità. Ecco perché occorre ripensare la sicurezza, cominciando da piccoli accorgimenti che possono rendere sicure le abitazioni.
Il Capoluogo ha approfondito l’argomento nell’intervista al Security Manager Angelo Giardini, ai microfoni della direttrice Roberta Galeotti.
«I recenti episodi ci riportano direttamente al discorso relativo alla riforma dell’Articolo 52. Oggi, però, il tema protezione va affrontato in senso lato. Bisogna sensibilizzare i cittadini in fatto di sicurezza globale. Non si è sicuri solo tenendo armi in casa, anzi, questa è una possibilità che poterebbe generare risvolti negativi. Ecco perché dobbiamo riflettere e capire come comportarci per una nostra tutela».
Per una casa sicura il triangolo della sicurezza
«Innanzitutto non bisogna credere che servano grandi spese per rendere più sicura la propria abitazione. Bastano piccoli interventi, da attuare gradualmente. Per una famiglia comune che voglia prendere in considerazione il problema sicurezza si devono valutare operazioni non esagerate, ma efficaci».
Un lavoro graduale che prende, quindi, la forma di un triangolo, il cui primo vertice è costituito dalla difesa.
«Nel caso specifico di una casa o un classico appartamento – continua Angelo Giardini – la difesa va intesa come passiva. Cioè quella che, ad esempio, parte dalla porta. Tantissime case hanno portoni blindati, magari di qualche anno fa. Ciò porta facilmente a pensare che l’infisso non sia sicuro come quelli di recente fabbricazione, ma non è detto che sia così. La porta blindata non è da buttare: basta sostituire la serratura. Eliminiamo la doppia mappa, la comune chiave a bandiera dentata, poiché ormai i ladri riescono ad aprirla con estrema facilità. Sostituiamola, invece, con il cilindro europeo. In questo modo la casa è più sicura, con una spesa di qualche centinaio di euro».
Al vertice due c’è l’allarme o allerta, vale a dire la capacità di segnalare il pericolo in corso. «Qui si colloca la necessità di installare un allarme in casa. È sufficiente un impianto minimo, magari che si attivi tramite wifi. In questo modo si eviterebbe di dover ricorrere a particolari canalizzazioni, realizzando interventi sull’abitazione meno invasivi».
Terzo e ultimo vertice – cronologicamente e non per importanza – l’intervento. «Se qualcuno strilla, allarma, qualcun altro dovrà pur intervenire. Quel qualcuno possono essere le forze dell’ordine, oppure un apposito Istituto di Vigilanza».